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I miti fondatori della politica israeliana

Garaudy Roger
Publication date 11/03/2019
EAN: 9781913057121
Availability Available from publisher
La lettura del presente libro non deve creare alcuna confusione, né religiosa né politica. La critica all'interpretazione sionistica della Torah e dei libri storici (specialmente quelli di Giosuè, di Samuele e dei Re) non implica assolutamente una ... See full description
Attribute nameAttribute value
Common books attribute
PublisherOMNIA VERITAS
Page Count216
Languageit
AuthorGaraudy Roger
FormatPaperback / softback
Product typeBook
Publication date11/03/2019
Weight257 g
Dimensions (thickness x width x height)0.00 x 14.00 x 21.60 cm
La lettura del presente libro non deve creare alcuna confusione, né religiosa né politica. La critica all'interpretazione sionistica della Torah e dei libri storici (specialmente quelli di Giosuè, di Samuele e dei Re) non implica assolutamente una sottovalutazione della Bibbia e di quanto ha rivelato sull'epopea dell'umanizzazione e della divinizzazione dell'uomo. Il sacrificio di Abramo è un modello eterno del superamento da parte dell'uomo delle sue morali provvisorie e delle sue fragili logiche, in nome di valori incondizionali che le relativizzano. Così come l'Esodo è il simbolo della liberazione da ogni servitù, dell'appello irresistibile di Dio alla libertà. Quello che rifiutiamo è la lettura sionista, tribale e nazionalista di questi testi, che sminuisce l'idea dell'alleanza di Dio con l'uomo, con tutti gli uomini, e della sua presenza in tutti, e ne estrae il concetto più malefico della storia umana: quello del popolo eletto da un Dio unilaterale e di parte (dunque un idolo), che giustifica a priori tutte le oppressioni, tutte le colonizzazioni e tutti i massacri. Come se, nel mondo, non ci fosse altra storia santa che quella degli ebrei.Dalla mia dimostrazione, sempre corroborata dalle fonti, non deriva affatto l'idea della distruzione dello Stato d'Israele, ma semplicemente la sua desacralizzazione: questa terra non fu mai promessa più di qualsiasi altra, essa fu conquistata come quella della Francia, della Germania o degli Stati Uniti in funzione dei rapporti di forza storici in ciascun secolo.Quindi vi chiedo: chi è colpevole? Chi commette il crimine o chi lo denuncia? Colui che cerca la verità o colui che cerca di metterla a tacere?